la Terrazza dei Maestri: Nazim Hikmet

hikmet 3

Prima che bruci Parigi

Finché ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
finché ancora tempo, mio amore
finché il mio cuore è sul suo ramo
vorrei una notte di maggio
una di queste notti
sul lungosenna Voltaire
baciarti sulla bocca
e andando poi a Notre-Dame
contempleremmo il suo rosone
e a un tratto serrandoti a me
di gioia paura stupore
piangeresti silenziosamente
e le stelle piangerebbero
mischiate alla pioggia fine.

Finché ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
finché ancora tempo, mio amore
finché il mio cuore è sul suo ramo
in questa notte di maggio sul lungosenna
sotto i salici, mia rosa, con te
sotto i salici piangenti molli di pioggia
ti direi due parole le più ripetute a Parigi
le più ripetute, le più sincere
scoppierei di felicità
fischietterei una canzone
e crederemmo negli uomini.

In alto, le case di pietra
senza incavi né gobbe
appiccicate
coi loro muri al chiar di luna
e le loro finestre diritte che dormono in piedi
e sulla riva di fronte il Louvre
illuminato dai proiettori
illuminato da noi due
il nostro splendido palazzo
di cristallo.

Finché ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
finché ancora tempo, mio amore
finché il mio cuore è sul suo ramo
in questa notte di maggio, lungo la Senna, nei depositi
ci siederemmo sui barili rossi
di fronte al fiume scuro nella notte
per salutare la chiatta dalla cabina gialla che passa
– verso il Belgio o verso l’Olanda? –
davanti alla cabina una donna
con un grembiule bianco
sorride dolcemente.

Finché ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
finché ancora tempo, mio amore.

Nazim Hikmet

 

***

Parigi brucia

non è più tempo, amore mio
Parigi brucia, brucia
Parigi amore mio e il cuore
è intirizzito sul suo ramo e tu
nel tuo stupore, amore
piangi

Parigi brucia, amore mio
non è più tempo, e anche le parole amore
ripetute non sono più le stesse
la notte ci ripete e ci denuda vecchi
e impreparati
colti distratti amore malgrado tutto il mare
ripetesse la morte
la notte amore è un fiume
un mare un muro funebre di pianto
cattedrale di buio
e di parole insalubri mediatiche
di odio

amore mio il tempo non è più
Parigi brucia amore mio e il cuore
si è impiccato al suo ramo
di pioggia e stelle brillano
gli ordigni gli uomini
il nostro splendido palazzo è in fiamme
e brucia amore
Parigi amore è notte
è già un lunghissimo novembre e senti
l’Europa vecchia e sorda urla nel sonno
e tu, tu sola amore
amore mio, tu sola
piangi

Patrizia Sardisco

(testo già apparso nella rubrica “Poeti che scrivono a Poeti”,  Versante Ripido, Febbraio 2016)

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