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FIGLIO, QUANDO HO PAURA
(testo inedito)
Figlio, quando ho paura
non della mia ma della tua paura,
è segno che il pericolo
per te sono io stesso.
Della parte malevola del mondo
conosco molte cose, forse tutte.
Ma pazienza e coraggio abiteranno
da questo istante sempre qui nel cuore.
Questo sarà il mio spendermi
per te come per quelli
che mi sono fratelli
o figli a loro modo necessari.
Questo sarà il mio dono
al futuro del mondo
affinché dello Spirito qualcosa
rimanga, oltre la polvere cui dovrò ritornare.
(27 marzo 2016)
***
MALGRADO I COLPI, LE FERITE, I MORTI
(testo inedito)
I
Ricoperto di maschere gioviali
avanza il Gran Borioso. Prende posto
fra i tanti addetti al peggio. Viene a dare
la ‘lectio magistralis’ tanto attesa.
Il suo machiavellismo è bruto e scaltro.
Sa di sangue, di morte, di tormenti.
Di violenze insondabili, segrete.
II
C’è forse chi già crede che, per questo,
il manto nero della mezzanotte
possa fare più fitte le sue maglie
intorno a nostri corpi solo per caso vivi?
Cchiù scuru ’i menzannotti non pò ffari!
Si dice così là dove si parla
giorno per giorno la mia lingua madre.
III
Spetta ai giovani farlo
un fuoco in mezzo al buio?
Sì! Ma spetta a noi vecchi
insegnarglielo bene.
A illuminare quel che non si vede
a dotarsi di pile di lucerne
di led lanterne fiaccole fanali.
Per fare luce in questa mezzanotte,
finché non venga forse il nuovo giorno,
malgrado i colpi, le ferite, i morti.
IV
Dopo, soltanto dopo
potremo riposare.
(16 novembre 2015)
***
LONTANO, A SUD
I
Lungo i sottili argini dei fossi
scorre il nastro d’asfalto della strada
di lì si va fino alla piazza grande
nel centro della piazza presidiata
stanno gli economisti moltitudine cieca
apatica ai suicidi alle disperazioni
in larghissimo cerchio militari
schierati
pronti all’evenienza estrema.
II
Cuore del campo verde.
Un vecchio legge ‘Krisis’
di Hesse. Ha la mia faccia.
Tu, distratta dal vento,
non te ne accorgi, vai.
Contrasto dei percorsi.
Strada ignota.
In un viavai di folla indaffarata
t’immergi fino a perderti.
Domani
dirai che un grande crescere
nessuno può ignorarlo.
III
Come un dolore indenne alla morfina
si fa enorme lo spazio,
il vuoto fra noi due,
mentre lontano, a sud,
l’occhio del sole
guarda scendere il falco sulla preda.
(12 novembre 2015)
***
Due poesie dalla raccolta ”Agonie della luce”, Pellicano 2015
SENZA TITOLO (p.27)
La verità che tante volte inseguo
è quella inafferrabile
di un dormiveglia quando è quasi l’alba,
perturbante pensiero e desiderio
che il risveglio cancella in un istante.
La cerco sul tuo viso mentre dormi.
E tu ti sveli come un singhiozzo.
Un nodo in gola, un vuoto, una morte.
***
ISTANTE (p.25)
Occhi a notte scintillano
nel fitto del fogliame
aghi pungenti il buio
come minime stelle
Ignara tu soppesi e investi e squarci
le oscurità notturne anticipando
nel gioco il tuo croupier la sua destrezza
purché nessuno il trucco percepisca
Tanto a lungo dispersa fai ritorno
finalmente alla brezza meridiana
Un lampo si riflette in questo specchio
d’acque lacustri per un breve istante
forte del modo tuo d’esser donna
<<Come si può – ti chiedi – che io cambi
e muoia d’una vita disumana?>>
Da tempo il fuoco del tuo antico idioma
arde furente nel ferino cuore
al sangue giunge
scuote ogni fibrilla
Ma forse non morrai
Non moriremo
O forse molto
diverremo vecchi
***
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NOTIZIE BIOBIBLIOGRAFICHE
Antonino Caponnetto è nato a Catania, dove ha vissuto, salvo una breve pausa romana, fino al 1980. Dal 1981 vive a Mantova. Per l’Editore Campanotto ha pubblicato i due libri di poesie “Forme del mutamento” (1998) e “La colpa del re” (2002). Per le Edizioni Kolibris ha pubblicato la raccolta di versi “Miti per l’uomo solo” (2009). Per l’associazione culturale Pellicano, Roma, nella collana Inediti rari e diversi diretta da Beppe Costa e Igor Costanzo, ha pubblicato la silloge “Agonie della luce” (ottobre 2015). Suoi testi poetici sono stati radiotrasmessi e altri sono apparsi su rivista. Presso le Edizioni del Trito&Ritrito sono inoltre apparse (in limitato numero di copie destinate agli amici), quattro plaquettes: “A che serve?” (2001), “Le chiare strade” (2002), “Contromovenze” (2003) e “Petits cahiers pour la douleur du pauvre” (2005). Per la rivista “Zeta News”, dal 2002 al 2006, ha curato insieme a G. Sammito l’inserto “Atti Barbari”. Sia con altri che in proprio ha inoltre promosso e curato iniziative sulla poesia e, in particolare, sulla scrittura poetica. È presente in rete dal marzo 2012 con il blog Caponnetto-Poesiaperta. Suoi testi poetici, un intervento sulla poesia, due interviste e altro, sono leggibili anche online attraverso vari link. Non mancano le prefazioni e i contributi critici alle opere di giovani e meno giovani poeti.
Ancora una volta Antonino Caponnetto si rivela poeta vero, esprimendo versi che denotano un enorme lavorio, uno scavare interiore continuo e costante, la ricerca e la scoperta di verità intime ed al contempo universali, come solo la vera poesia, appunto, può donarci. Grazie
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Grazie a te, Marco, per la tua attenzione e per questo bel commento che sottoscriviamo interamente. un saluto, p.
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Ancora uno dei miei innumerabili grazie ad Alba e, sebbene da un tempo più breve, a Patrizia per questa (preannunciata in privato ma) ignota sorpresa, che attiene al cuore prima che alla mente. Riconoscersi attraverso la rilettura di quanto abbiamo scritto? Non credo sia possibile. Ma piuttosto rviversi, ricordarsi e così potersi “sentire” non tanto al passato e al presente, quanto invece al futuro. Questo succede a me da qualche tempo. Questo è successo qui, ora. Ed è la ragione più forte e misteriosa della mia gioia, della gratitudine che vi esprimo dal fondo del cuore.
Antonino
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E dal profondo del cuore, un grazie a te, gentile Caponnetto, per la generosità con cui affidi a noi e a chi ci onora di un suo passaggio qui la preziosa lezione dei tuoi versi. un caro saluto, p.
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